L’impatto delle tecnologie informatiche sull’assetto organizzativo

Perché nessuno mai si chiede quale possa essere l’impatto delle tecnologie informatiche sull’assetto organizzativo dell’impresa e quali possano essere gli effetti che questo impatto può produrre sull’organizzazione del lavoro?

Sarà perché non lo si ritiene importante? Sarà perché è una tematica poco conosciuta dalla PMI così come anche dai fornitori di soluzioni informatiche? O, sarà perché non si parla con l’interlocutore giusto?

In questo articolo proverò a sollecitare l’interesse verso questo argomento partendo con lo spiegare come la leadership style influenzi l’approccio dell’impresa alle tecnologie informatiche.

La leadership style

Partiamo dal dire cos’è la leadership style. Tra le tante definizioni formulate in seno alla letteratura aziendale, credo che questa sia quella più chiara: «E’ la rappresentazione dello stile di comando di un’impresa ed esprime le modalità di gestione del potere all’interno dell’organizzazione».

Mettiamo da parte gli inglesismi e diciamo subito che lo stile di comando può essere autoritario, democratico o permissivo. Si contraddistinguono l’uno dall’altro sulla base di 3 fattori:

  • Chi decide
  • Modalità di svolgimento del lavoro
  • Valutazione delle prestazioni

In questa tabella ho provato a evidenziare gli elementi caratterizzanti dei tre diversi stili di comando.

 

Stile di comando Chi decide Modalità di svolgimento del lavoro Valutazione delle prestazioni
Autoritario Organo superiore Prescritte dal superiore e impartite al subordinato oppure prescritte dal superiore ma lasciata alla libertà del subordinato. Mediante apprezzamenti personali fatti sulla base dei comportamenti piuttosto che dei risultati.
Democratico Confronto negoziale tra superiore e subordinato Concordate con i subordinati, i quali provvedono a distribuirsi i compiti. Mediante apprezzamenti personali sulla base dei fatti.
Permissivo Subordinati Autodefinite dai subordinati, eventualmente assistiti dal superiore. Mediante autovalutazione.

L’approccio alle tecnologie informatiche

Ci sono 2 approcci alle tecnologie informatiche: automate e informate.

In quello automate, l’intelligenza viene riversata in un macchinario o in un computer a scapito delle competenze e delle capacità critiche dei lavoratori. Favorisce i manager e la loro autorità in un sistema di potere gerarchico.

In quello informate, l’utilizzo delle tecnologie informatiche passa attraverso lo sviluppo di nuove competenze dei lavoratori. I tradizionali rapporti gerarchici si trasformano in nuove forme di collaborazione fondate sulla reciproca responsabilità.

Sono due visioni completamente diverse.

Alla visione più meccanicistica del lavoro, si contrappone quella più incentrata sulla valorizzazione di ogni singolo individuo, sulla sua capacità di innovare, di progettare, sviluppare e sperimentare nuove forme di organizzazioni più snelle e più efficaci.

Inoltre, l’approccio informate focalizza l’attenzione sulla capacità di gestire una delle risorse più importanti dell’impresa, se non quella più importante, e cioè l’informazione.

Ma ora la domanda che ci si pone è questa: Cosa centra lo stile di comando con l’approccio alle tecnologie informatiche?

Le relazioni tra stile di comando e approccio alle tecnologie informatiche

In prima battuta sembrerebbe che non ci sia nessuna relazione diretta tra assetto organizzativo, inteso come gestione del lavoro, e assetto tecnologico, ma in realtà questa relazione c’è, ed è anche molto forte.

L’impresa in cui predomina lo stile di comando autoritario è poco incline alla delega e, quindi, tende a trasferire l’intelligenza decisionale, gestionale e produttiva all’interno di un computer sottraendola a quella dei lavoratori (approccio automate).

Quella in cui, invece, emerge lo stile di comando democratico è certamente più orientata a superare le barriere gerarchiche e, quindi, con l’adozione delle tecnologie informatiche intende fornire un supporto informativo alle attività operative e decisionali favorendo così la collaborazione (approccio informate).

Mentre quella in cui prevale lo stile di comando permissivo basato su un’ampia autonomia del lavoro e scarso coordinamento tra il livello inferiore e quello superiore, le motivazioni di fondo che portano all’adozione delle tecnologie informatiche sono legate alle necessità dei singoli lavoratori e non hanno una radice comune (approccio automate/informate).

Assunto quindi che esiste una forte relazione tra stile di comando e approccio alle tecnologie informatiche propongo una breve riflessione sugli effetti derivanti dall’uno e dall’altro.

Gli effetti derivanti dall’uno e dall’altro approccio

Emergono a qualunque livello aziendale. Anche con il supporto delle tecnologie informatiche, l’approccio automate produce un appiattimento delle attività e porta ad un graduale disinteresse verso il lavoro e ad un allontanamento del lavoratore dalla sfera del coordinamento.

L’approccio informate, invece, produce maggiore integrazione tra il livello operativo e quello manageriale, libera il lavoratore dalle attività ripetitive e routinarie e gli permette di focalizzare l’attenzione su quelle a maggior valore aggiunto.

Ciò favorisce lo sviluppo di maggiore senso di responsabilità, di maggiore autonomia operativa e, non meno importante, di maggiore soddisfazione personale.

Tuttavia, pur offrendo importanti spunti di riflessione non è possibile stabilire solo attraverso questa analisi quale dei due approcci produca gli effetti più efficaci per l’impresa.

Le mie considerazioni

A mio parere, non è tanto utile analizzare gli effetti derivanti dall’impatto delle tecnologie informatiche sull’assetto organizzativo con l’uno o l’altro approccio, quanto invece possa essere più utile comprendere in quali circostanze e condizioni sia possibile trarre gli effetti positivi dalle tecnologie informatiche.

Sicuramente i migliori presupposti sono:

  • il cambiamento verso un’organizzazione in cui l’informazione sia una risorsa condivisa da tutti e non utilizzata come leva strumentale all’esercizio dell’autorità,
  • il passaggio da un’organizzazione statica a guida autoritaria, ad una più dinamica, fondata sulla competenza e prestazione, in cui il manager riveste il ruolo di team leader,
  • un profondo ripensamento dei principi della divisione del lavoro in cui non vi è distinzione tra lavoro intellettuale e manuale, e dove l’integrazione e l’allargamento delle mansioni favoriscano la nascita di un sistema collaborativo non più strutturato sulla frammentazione del lavoro,
  • un nuovo modo di interpretare il concetto di apprendimento, di sviluppo delle competenze e delle relazioni tra gli individui allo scopo di favorire l’integrazione e la responsabilità di gruppo.

In un prossimo e non lontano futuro, la complessità del lavoro sarà destinata a crescere rapidamente e, quindi, l’assetto organizzativo delle imprese dovrà continuamente evolversi. Questo per evitare di essere sottoposto a inevitabili pressioni e, allo stesso tempo, per assicurare livelli di elevata flessibilità.

I nuovi modelli organizzativi saranno caratterizzati da una elevata intensità di coordinamento e le imprese dovranno dotarsi di strumenti tecnologici in grado di adeguarsi velocemente ai cambiamenti.

È mia opinione, quindi, che le tecnologie informatiche utilizzate in logica informate possano contribuire, meglio di altre, alla progettazione delle organizzazioni del futuro.

Le imprese devono necessariamente seguire un percorso di crescita, devono ammodernarsi e devono fare scelte più consapevoli in tecnologie informatiche.

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